ponedeljek, 19. november 2012

La storia del Gran Premio degli Stati Uniti

Tessuta sul filo di un legame non sempre continuo con il mondo della Formula Uno, la storia del Gran Premio degli Stati Uniti è ricca di importanza e valore. Nei primi anni della sua storia, la Formula Uno includeva nel suo calendario anche la 500 Miglia di Indianapolis, prova che veniva, però, sovente disertata dalla maggior parte dei piloti di origine europea, soprattutto per le ingenti distanze che si rendeva necessario coprire per disputare tale competizione.

Non a caso, nel 1961, la 500 Miglia di Indianapolis venne cancellata dal calendario di Formula Uno, per poi essere riorganizzata in veste diverse e meno dissimile ai canoni tipici delle gare europee. Dopo la fallimentare esperienza di Indianapolis, infatti, il Gran Premio degli Stati Uniti ha visto l’avvicendarsi di svariate sedi diverse, tra cui ricordiamo il tracciato di Watkins Glen, il circuito cittadino di Long Beach ed il tracciato allestito ad hoc a Dallas.

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Solo a partire dal 1984 il Gran Premio di Formula Uno - http://www.giroveloce.it/ degli Stati Uniti assunse la denominazione di GP del Dallas, per evitare confusione con il precendente Gp che si teneva a Detroit. Nel 1982 e nel 1983 si corse anche a Las Vegas, in quanto il calendario di quegli anni prevedeva ben tre appuntamenti in terra statunitense. Dopo ben nove anni di astinenza, la Formula Uno tornò negli Stati Uniti solo nel 2000, sfruttando l’idea di Tony George, proprietario dell’impianto di Indianapolis, di congiungere lo storico catino che caratterizzava il tracciato (con tanto di curva parabolica e parte di pavimentazione originale) con una parte progettata da zero e studiata per esaltare le doti delle vetture di F1. L’ultima corsa ad Indianapolis è stata disputata nel 2007. A distanza di cinque anni, la Formula Uno tornerà negli USA, sul Circuito delle Americhe, in Texas.o,

Whitmarsh: Hamilton si è pentito

Martin Whitmarsh, team principal della McLaren ha recentemente dichiarato di essere convinto che l’ormai ex uomo simbolo della sua scuderia Lewis Hamilton si sia già pentito di aver deciso di lasciare il team in cui si è formato per approdare alla Mercedes GP.

Il ventisettenne pilota di Formula Uno - http://www.giroveloce.it/formula-1-calendario-2012-piloti.html , ha infatti dichiarato in occasione del Gran Premio di Singapore, di aver formalizzato il suo accordo con la scuderia guidata da Ross Brawn e di aver scelto tale team per continuare la sua carriera dopo la lunga permanenza in McLaren. A tal proposito, il team principal della McLaren ha dichiarato: ‘’sono convinto che Lewis si sia già pentito, nonostante le sue dichiarazioni entusiaste. Quando si prende una decisione è normale dire a se’ stessi che questa sia la migliore, ma dubito che Hamilton ne sia davvero convinto’’.

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Nonostante la formalizzazione di un nuovo accordo contrattuale i rapporti con il team McLaren non sembrano essersi compromessi del tutto e l’impegno del pilota in pista non è comunque venuto a mancare: ‘’abbiamo ancora voglia di vincere insieme in queste poche gare che ci separano dall’epilogo della nostra avventura insieme. Lewis è stato nell’orbita della McLaren sin da quando aveva solo undici anni e sono sicuro che dopo la fine dell’ultimo Gran Premio di Formula Uno che vivremo insieme in Brasile faremo entrambi fatica a contenere le nostre emozioni. Il suo addio alla McLarem non ha scalfito l’affetto’’. Affetto che però non sembra essere sufficiente a Whitmarsh per spiegarsi le motivazioni che hanno indotto Hamilton a dare l’addio alla McLaren:

‘’Lewis non lo ammetterà mai, ma io credo che sia andato via dalla McLaren solo per ragioni di tipo economico. E’ anche vero che, a un certo punto della propria vita un pilota di Formula Uno crede di aver biogno di abbandonare il suo nido. Forse è giusto così.’’.