Tessuta sul filo di un legame non sempre continuo con il mondo della Formula Uno, la storia del Gran Premio degli Stati Uniti è ricca di importanza e valore. Nei primi anni della sua storia, la Formula Uno includeva nel suo calendario anche la 500 Miglia di Indianapolis, prova che veniva, però, sovente disertata dalla maggior parte dei piloti di origine europea, soprattutto per le ingenti distanze che si rendeva necessario coprire per disputare tale competizione.
Non a caso, nel 1961, la 500 Miglia di Indianapolis venne cancellata dal calendario di Formula Uno, per poi essere riorganizzata in veste diverse e meno dissimile ai canoni tipici delle gare europee. Dopo la fallimentare esperienza di Indianapolis, infatti, il Gran Premio degli Stati Uniti ha visto l’avvicendarsi di svariate sedi diverse, tra cui ricordiamo il tracciato di Watkins Glen, il circuito cittadino di Long Beach ed il tracciato allestito ad hoc a Dallas.
Solo a partire dal 1984 il Gran Premio di Formula Uno - http://www.giroveloce.it/ degli Stati Uniti assunse la denominazione di GP del Dallas, per evitare confusione con il precendente Gp che si teneva a Detroit. Nel 1982 e nel 1983 si corse anche a Las Vegas, in quanto il calendario di quegli anni prevedeva ben tre appuntamenti in terra statunitense. Dopo ben nove anni di astinenza, la Formula Uno tornò negli Stati Uniti solo nel 2000, sfruttando l’idea di Tony George, proprietario dell’impianto di Indianapolis, di congiungere lo storico catino che caratterizzava il tracciato (con tanto di curva parabolica e parte di pavimentazione originale) con una parte progettata da zero e studiata per esaltare le doti delle vetture di F1. L’ultima corsa ad Indianapolis è stata disputata nel 2007. A distanza di cinque anni, la Formula Uno tornerà negli USA, sul Circuito delle Americhe, in Texas.o,
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